Il dolore alla spalla, quali trattamenti usare
Il dolore alla spalla è uno dei disturbi muscolo-scheletrici più frequenti, capace di limitare significativamente i movimenti quotidiani e ridurre la qualità della vita. La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano, caratteristica che la rende particolarmente vulnerabile a lesioni e problematiche di vario tipo.
La complessità anatomica della spalla, formata da ossa, tendini, muscoli e legamenti che lavorano in sinergia, spiega perché il dolore in questa zona possa avere origini diverse. Comprendere la natura del fastidio è il primo passo per individuare il trattamento più appropriato e recuperare la piena funzionalità dell’articolazione.

Cause comuni del dolore alla spalla
Le cause del dolore alla spalla sono molteplici e possono coinvolgere strutture diverse. Tra le più frequenti troviamo la tendinite della cuffia dei rotatori, un gruppo di quattro muscoli e relativi tendini che stabilizzano l’articolazione e permettono i movimenti del braccio. L’infiammazione di questi tendini provoca dolore intenso, specialmente durante il sollevamento del braccio.
La borsite della spalla rappresenta un’altra causa comune. Le borse sono piccole sacche piene di liquido che riducono l’attrito tra le strutture dell’articolazione. Quando si infiammano, causano dolore acuto che peggiora con il movimento e può disturbare il sonno notturno, specialmente quando ci si sdraia sul lato interessato.
La capsulite adesiva, comunemente chiamata spalla congelata, è una condizione caratterizzata da rigidità progressiva e dolore persistente. La capsula articolare si ispessisce e si restringe, limitando drasticamente i movimenti. Questa problematica tende a svilupparsi gradualmente e può durare da diversi mesi fino a un paio d’anni.
Le lesioni della cuffia dei rotatori possono variare da semplici infiammazioni a rotture parziali o complete dei tendini. Queste lesioni possono essere acute, causate da traumi o cadute, oppure croniche, derivanti da usura progressiva dovuta a movimenti ripetitivi o all’invecchiamento.
L’artrosi della spalla colpisce tipicamente le persone over 50 e provoca un deterioramento graduale della cartilagine articolare. Il dolore tende ad aumentare progressivamente e si accompagna a rigidità mattutina e scrosci articolari durante i movimenti.
Altre cause includono calcificazioni tendinee, dove depositi di calcio si formano nei tendini causando dolore improvviso e intenso, e la sindrome da conflitto subacromiale, in cui i tendini vengono compressi durante il sollevamento del braccio. Anche problematiche alla colonna cervicale possono manifestarsi con dolore irradiato alla spalla.
Come capire se il dolore alla spalla è muscolare o tendineo
Distinguere tra un dolore muscolare e uno tendineo alla spalla non è sempre immediato, ma alcune caratteristiche possono aiutare nell’identificazione. Il dolore di origine muscolare tende a essere più diffuso e generalizzato, interessando un’area ampia della spalla o del braccio.
Il dolore muscolare peggiora tipicamente con la contrazione attiva del muscolo coinvolto e può essere accompagnato da una sensazione di tensione o indolenzimento. Spesso deriva da sforzi eccessivi, posture scorrette mantenute a lungo o movimenti bruschi. Risponde generalmente bene al riposo e tende a migliorare nell’arco di pochi giorni.
Il dolore tendineo, invece, è più localizzato e preciso. Chi ne soffre riesce spesso a indicare con un dito il punto esatto dove avverte il fastidio. Questo tipo di dolore si manifesta durante specifici movimenti che mettono in tensione il tendine interessato, come sollevare il braccio lateralmente o portarlo dietro la schiena.
I tendini della spalla sono particolarmente sollecitati durante movimenti ripetitivi sopra la testa o quando si sollevano pesi. Il dolore tendineo può peggiorare con l’uso continuato e migliorare con il riposo, ma tende a ripresentarsi non appena si riprende l’attività che lo ha causato.
Un elemento distintivo importante è la durata del dolore. Le problematiche muscolari tendono a risolversi più rapidamente, mentre i disturbi tendinei possono persistere per settimane o mesi se non adeguatamente trattati. Inoltre, il dolore tendineo può manifestarsi anche a riposo o durante la notte, mentre quello muscolare tende a calmarsi quando il muscolo non è in tensione.
La presenza di gonfiore o calore localizzato può indicare un’infiammazione tendinea, mentre i crampi muscolari o gli spasmi sono più caratteristici delle problematiche muscolari. In caso di dubbio, una valutazione specialistica permette di identificare con precisione la struttura coinvolta.
Quando il dolore alla spalla deve preoccupare
Nella maggior parte dei casi, il dolore alla spalla è causato da problematiche benigne che si risolvono con trattamenti conservativi. Tuttavia, alcuni segnali richiedono attenzione medica immediata o tempestiva valutazione specialistica.
Un dolore improvviso e intenso che insorge dopo un trauma, come una caduta o un impatto diretto, potrebbe indicare una frattura o una lussazione della spalla. In questi casi, l’articolazione può apparire deformata e risulta impossibile muovere il braccio. È necessario recarsi al pronto soccorso per escludere lesioni gravi.
Il dolore alla spalla accompagnato da difficoltà respiratorie, senso di oppressione al petto, sudorazione notturna improvvisa o dolore che si irradia al braccio sinistro e alla mascella potrebbe essere un segnale di infarto, specialmente in presenza di fattori di rischio cardiovascolari. Questa è un’emergenza medica che richiede intervento immediato.
La comparsa di febbre associata al dolore alla spalla, soprattutto se accompagnata da gonfiore, arrossamento e calore locale, può indicare un’infezione articolare. Anche questa condizione necessita di valutazione urgente, poiché le infezioni articolari possono causare danni permanenti se non trattate tempestivamente.
Un dolore persistente che non migliora dopo due settimane di riposo e trattamenti domiciliari merita una valutazione medica. Allo stesso modo, una debolezza progressiva del braccio o l’incapacità di sollevarlo potrebbero indicare una lesione importante della cuffia dei rotatori che richiede intervento specialistico.
Altri segnali d’allarme includono l’intorpidimento o il formicolio che dal collo si irradia lungo il braccio, che potrebbe suggerire un problema alla colonna cervicale, e la perdita improvvisa di forza nella mano o nel braccio. Un dolore notturno che peggiora progressivamente e non risponde agli antidolorifici comuni necessita sempre di approfondimento diagnostico.
Cosa fare in caso di dolore alla spalla
Di fronte a un dolore alla spalla acuto, le prime azioni da intraprendere mirano a ridurre l’infiammazione e proteggere l’articolazione da ulteriori danni. Nelle prime 48-72 ore dall’insorgenza del dolore, l’applicazione di ghiaccio risulta particolarmente efficace. Impacchi freddi per 15-20 minuti, ripetuti più volte al giorno, aiutano a contenere l’infiammazione e ad alleviare il dolore.
Il riposo relativo è importante, ma non significa immobilizzazione completa. Evitare i movimenti che provocano dolore è fondamentale, ma mantenere una mobilità gentile dell’articolazione previene la rigidità. Movimenti pendolari del braccio o esercizi di mobilizzazione delicati possono essere utili già dai primi giorni.
Gli antinfiammatori non steroidei, assunti seguendo le indicazioni del medico o del farmacista, possono aiutare a controllare dolore e infiammazione. È importante non abusarne e utilizzarli per il minor tempo possibile, sempre rispettando le dosi consigliate.
Modificare le attività quotidiane diventa necessario durante la fase acuta. Evitare di sollevare pesi, limitare i movimenti del braccio sopra la testa e prestare attenzione alla postura durante il sonno aiutano a non sovraccaricare ulteriormente la spalla. Dormire in posizione supina o sul lato sano, con un cuscino a supportare il braccio dolente, può ridurre il fastidio notturno.
Trattamenti possibili per il dolore alla spalla
I trattamenti per il dolore alla spalla variano in base alla causa sottostante e alla gravità della condizione. L’approccio terapeutico è spesso progressivo, partendo da opzioni conservative per arrivare, se necessario, a interventi più invasivi.
La fisioterapia rappresenta uno dei pilastri del trattamento. Un programma riabilitativo personalizzato include esercizi di stretching per migliorare la flessibilità, esercizi di rinforzo muscolare per stabilizzare l’articolazione e tecniche di mobilizzazione per recuperare l’ampiezza dei movimenti. La terapia manuale eseguita dal fisioterapista può ridurre la tensione muscolare e migliorare la funzionalità.
Le terapie fisiche strumentali come ultrasuoni, tecarterapia, laserterapia e onde d’urto possono accelerare il processo di guarigione riducendo l’infiammazione e stimolando la rigenerazione dei tessuti. Queste tecniche vengono spesso integrate nel percorso fisioterapico per potenziarne gli effetti.
Le infiltrazioni di cortisonici possono essere indicate nei casi di infiammazione persistente che non risponde ai trattamenti conservativi. Queste iniezioni, eseguite direttamente nell’articolazione o nella borsa infiammata, offrono un sollievo rapido dal dolore e permettono di proseguire con la riabilitazione. L’acido ialuronico può essere utilizzato nei casi di artrosi per migliorare la lubrificazione articolare.
In alcuni casi, la terapia infiltrativa con PRP (plasma ricco di piastrine) viene proposta per stimolare i processi riparativi dei tessuti danneggiati, specialmente nelle lesioni tendinee croniche. Questa tecnica sfrutta i fattori di crescita presenti nel sangue del paziente per favorire la guarigione.
L’intervento chirurgico viene considerato quando i trattamenti conservativi falliscono o in presenza di lesioni importanti. La chirurgia artroscopica, minimamente invasiva, permette di riparare la cuffia dei rotatori, rimuovere calcificazioni o trattare altre problematiche articolari con tempi di recupero generalmente più brevi rispetto alla chirurgia tradizionale.
Come disinfiammare il nervo della spalla
Quando il dolore alla spalla deriva da un’infiammazione nervosa, solitamente causata da una compressione o irritazione dei nervi che originano dalla colonna cervicale, l’approccio terapeutico deve essere mirato alla causa del problema.
Gli esercizi di decompressione cervicale possono aiutare ad alleviare la pressione sui nervi. Movimenti delicati di inclinazione e rotazione del collo, eseguiti lentamente e senza forzare, favoriscono l’allungamento delle strutture compresse. Esercizi di rinforzo dei muscoli del collo e delle spalle migliorano la stabilità e riducono il rischio di compressione nervosa.
La postura corretta gioca un ruolo fondamentale. Mantenere una posizione ergonomica durante le attività quotidiane, evitare di tenere il collo flesso per periodi prolungati e utilizzare supporti adeguati durante il sonno aiutano a ridurre lo stress sui nervi cervicali.
Le tecniche di terapia manuale, come mobilizzazioni vertebrali o manipolazioni eseguite da professionisti qualificati, possono liberare le radici nervose compresse e ridurre l’infiammazione. La trazione cervicale, praticata in ambito fisioterapico, può creare spazio tra le vertebre alleviando la compressione.
Alcuni integratori come le vitamine del gruppo B, in particolare la B12, possono supportare la salute nervosa e contribuire alla riduzione dell’infiammazione. L’assunzione deve sempre essere valutata con un professionista sanitario.
Nei casi più severi, quando il dolore neuropatico è intenso e persistente, possono essere prescritti farmaci specifici per il dolore nervoso, diversi dai comuni antinfiammatori, che agiscono modulando la trasmissione dei segnali dolorosi. La gestione farmacologica deve sempre essere supervisionata da un medico.