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L’allergia alla muffa: sintomi, test e cosa non mangiare

L’allergia alla muffa rappresenta una delle forme più comuni di allergia respiratoria, spesso sottovalutata ma capace di causare significativi disturbi nella vita quotidiana. Le muffe sono funghi microscopici presenti praticamente ovunque nell’ambiente, sia all’interno che all’esterno delle abitazioni, e le loro spore possono scatenare reazioni allergiche in soggetti predisposti.

Come capire se si è allergici alla muffa

Riconoscere un’allergia muffa non è sempre immediato, poiché i sintomi possono essere simili a quelli di altre allergie respiratorie. Le manifestazioni più caratteristiche includono starnuti frequenti, congestione nasale, lacrimazione degli occhi, prurito al naso e alla gola, tosse secca persistente e difficoltà respiratorie.

La dermatite rappresenta un altro segnale importante: alcune persone sviluppano eruzioni cutanee, arrossamenti o eczemi quando entrano in contatto diretto con superfici contaminate da muffe. Questi sintomi cutanei possono manifestarsi immediatamente dopo l’esposizione o svilupparsi gradualmente nel tempo.

Un aspetto particolare dell’allergia alla muffa è la sua tendenza a peggiorare in determinate condizioni ambientali. I sintomi si intensificano tipicamente durante i mesi più umidi, in ambienti poco ventilati o dopo piogge prolungate, quando la concentrazione di spore nell’aria aumenta considerevolmente.

I test per l’allergia alla muffa

Per confermare la presenza di un’allergia alla muffa, è fondamentale sottoporsi a specifici test allergici. Il medico specialista può prescrivere diversi esami diagnostici per identificare con precisione gli allergeni responsabili dei sintomi.

Test cutanei (prick test)

Il prick test rappresenta il metodo diagnostico più comune e immediato. Durante questo esame, piccole quantità di estratti di diverse specie di muffe vengono applicate sulla pelle del braccio o della schiena attraverso piccole punture superficiali. Se si è allergici a una particolare muffa, si svilupperà una reazione locale con arrossamento e gonfiore entro 15-20 minuti.

Esami del sangue

Gli esami del sangue misurano i livelli di anticorpi IgE specifici per le muffe. Questo tipo di test è particolarmente utile quando i test cutanei non sono possibili o quando si sospettano allergie multiple. I risultati forniscono informazioni dettagliate sul grado di sensibilizzazione a diverse specie fungine.

Test di provocazione

In casi particolari, può essere necessario eseguire test di provocazione nasale o bronchiale, dove piccole quantità di allergeni vengono introdotte direttamente nelle vie respiratorie sotto stretto controllo medico.

Cosa non mangiare se si è allergici alla muffa

L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione dell’allergia alla muffa. Molti alimenti contengono naturalmente muffe o vengono prodotti attraverso processi di fermentazione che coinvolgono funghi, rendendo necessarie alcune restrizioni dietetiche.

Formaggi e latticini fermentati

I formaggi stagionati come gorgonzola, roquefort, camembert e brie cosa non mangiare assolutamente in caso di allergia alla muffa. Questi prodotti contengono muffe utilizzate intenzionalmente nel processo di maturazione. Anche yogurt e kefir possono causare reazioni in soggetti particolarmente sensibili.

Prodotti da forno e lievitati

Pane, pizza, dolci e altri prodotti da forno che utilizzano lieviti possono scatenare sintomi allergici. È importante prestare attenzione anche ai prodotti confezionati che possono contenere conservanti o additivi derivati da funghi.

Bevande fermentate

Vino, birra, aceto e altre bevande alcoliche prodotte attraverso fermentazione contengono residui di lieviti e muffe che possono provocare reazioni allergiche. Anche il kombucha e altre bevande fermentate probiotiche dovrebbero essere evitate.

Frutta secca e semi

Noci, arachidi, semi di girasole e altra frutta secca possono contenere muffe invisibili, specialmente se conservati in ambienti umidi. È consigliabile acquistare questi prodotti da fornitori affidabili e conservarli in contenitori ermetici.

Funghi e tartufi

Tutti i tipi di funghi commestibili, freschi o secchi, dovrebbero essere evitati. Questo include champignon, porcini, shiitake e qualsiasi altro tipo di fungo utilizzato in cucina.

Prevenzione e gestione ambientale

Oltre alle restrizioni alimentari, è essenziale controllare l’ambiente domestico per ridurre l’esposizione alle muffe. Mantenere bassi livelli di umidità (inferiori al 50%) attraverso l’uso di deumidificatori, garantire una ventilazione adeguata in bagno e cucina, e pulire regolarmente le superfici soggette a formazione di muffe sono strategie fondamentali.

La pulizia regolare di condizionatori d’aria, filtri e sistemi di ventilazione aiuta a prevenire l’accumulo di spore fungine. È importante anche riparare tempestivamente perdite d’acqua e infiltrazioni che potrebbero favorire la crescita di muffe nelle pareti o nei soffitti.

Trattamento e supporto medico

Il trattamento dell’allergia alla muffa può includere antistaminici per controllare i sintomi acuti, corticosteroidi nasali per ridurre l’infiammazione delle vie respiratorie, e in casi selezionati, l’immunoterapia specifica per desensibilizzare gradualmente il sistema immunitario.

È fondamentale lavorare con un allergologo qualificato per sviluppare un piano di gestione personalizzato che tenga conto della gravità dei sintomi, delle specifiche sensibilizzazioni identificate dai test e dello stile di vita del paziente.