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Gli ascessi: cosa sono e quali tipi

Gli ascessi rappresentano raccolte circoscritte di pus che si formano nei tessuti dell’organismo come risposta a un’infezione batterica.

Queste lesioni possono svilupparsi praticamente in qualsiasi parte del corpo, dalla cute agli organi interni, causando dolore, gonfiore e sintomi sistemici quando l’infezione è particolarmente severa. Comprendere la natura degli ascessi, i meccanismi che ne causano la formazione e le diverse tipologie è fondamentale per riconoscere tempestivamente questa condizione e ricevere il trattamento appropriato.

Cosa sono gli ascessi

Un ascesso è una raccolta localizzata di materiale purulento (pus) che si forma all’interno di una cavità neoformata nei tessuti. Il pus è costituito da batteri, cellule morte, globuli bianchi (principalmente neutrofili) e detriti tissutali, il tutto immerso in un liquido ricco di proteine.

La formazione di un ascesso rappresenta un meccanismo di difesa dell’organismo contro le infezioni batteriche. Quando i batteri invadono un tessuto, il sistema immunitario risponde inviando globuli bianchi nella zona infetta. Questi cercano di distruggere i patogeni, ma nel processo si accumula materiale necrotico che forma il pus.

La cavità ascessuale è tipicamente delimitata da una membrana fibrosa chiamata capsula piogenica, formata dall’organismo per circoscrivere l’infezione e impedirne la diffusione ai tessuti circostanti. Questa capsula rappresenta una barriera difensiva ma rende anche più difficile per gli antibiotici raggiungere efficacemente i batteri all’interno dell’ascesso.

Gli ascessi differiscono da altre infezioni per la loro natura circoscritta e per la presenza di una raccolta liquida. Mentre una cellulite o un flemmone rappresentano infezioni diffuse dei tessuti molli, l’ascesso è ben delimitato e contiene materiale purulento in una cavità definita.

Cause degli ascessi

La causa principale degli ascessi è l’infezione batterica. Lo Staphylococcus aureus rappresenta il patogeno più frequentemente coinvolto, responsabile della maggior parte degli ascessi cutanei. Questo batterio colonizza normalmente la pelle e le mucose, ma può causare infezione quando penetra in profondità attraverso soluzioni di continuo.

Lo Streptococcus pyogenes è un altro agente comune, specialmente nelle infezioni della gola e dei tessuti molli. Batteri anaerobi sono frequentemente coinvolti negli ascessi della cavità orale, addominali e pelvici, dove l’ambiente è povero di ossigeno.

L’ingresso dei batteri può avvenire attraverso diverse modalità. Ferite cutanee, anche minime, possono permettere l’inoculazione di batteri. Punture di insetti, abrasioni, tagli o iniezioni non sterili rappresentano vie comuni di ingresso.

L’ostruzione di ghiandole o dotti naturali favorisce la formazione di ascessi. Ad esempio, l’ostruzione di una ghiandola sebacea può causare un ascesso cutaneo, mentre l’ostruzione del dotto di una ghiandola salivare può portare a un ascesso ghiandolare.

La presenza di corpi estranei nei tessuti favorisce le infezioni e la formazione di ascessi. Schegge, frammenti di sutura chirurgica, o materiali impiantati possono fungere da nido per i batteri, che formano biofilm protettivi difficili da eradicare con gli antibiotici.

Condizioni che compromettono il sistema immunitario aumentano significativamente il rischio di sviluppare ascessi. Diabete mellito, terapie immunosoppressive, chemioterapia, HIV/AIDS e malnutrizione riducono la capacità dell’organismo di combattere le infezioni.

Ascessi cutanei

Gli ascessi cutanei sono le forme più comuni e visibili, sviluppandosi nello spessore della pelle o nel tessuto sottocutaneo. Si manifestano tipicamente come noduli dolenti, arrossati, caldi al tatto e fluttuanti alla palpazione, indicando la presenza di liquido all’interno.

Il foruncolo rappresenta un ascesso che origina da un follicolo pilifero infetto. Inizia come un nodulo rosso e dolente che progressivamente aumenta di volume, sviluppando una punta giallastra centrale (pustola) dove il pus tende a drenare spontaneamente. I foruncoli sono particolarmente comuni in zone soggette a attrito e sudorazione come collo, ascelle, glutei e cosce.

Il favo (o carbonchio) è un aggregato di foruncoli contigui che si fondono in profondità, creando un ascesso più esteso con multiple aperture cutanee da cui drena pus. Questa forma è più grave, spesso accompagnata da febbre e malessere generale, e richiede trattamento medico immediato.

Gli ascessi delle ghiandole sudoripare (idrosadenite suppurativa) colpiscono tipicamente ascelle, inguine e zona perianale. Si manifestano con noduli dolorosi ricorrenti che possono evolvere in ascessi multipli, fistole e cicatrici. Questa condizione cronica richiede gestione specialistica a lungo termine.

L’ascesso pilonidale si sviluppa nella regione sacrococcigea, tipicamente in giovani adulti maschi con abbondante peluria. Origina da peli incarniti che penetrano nella cute, causando infiammazione cronica e formazione di ascessi ricorrenti con tragitti fistolosi.

Ascessi dentali

Gli ascessi dentali rappresentano una delle emergenze odontoiatriche più comuni e dolorose. Originano tipicamente da infezioni della polpa dentaria o del tessuto parodontale e possono causare complicanze gravi se non trattati tempestivamente.

L’ascesso periapicale si sviluppa all’apice della radice dentaria come conseguenza di carie profonde non trattate. I batteri penetrano attraverso lo smalto e la dentina, raggiungendo la polpa dentale dove causano un’infezione che si estende oltre l’apice radicolare nell’osso circostante. Il dolore è intenso, pulsante, esacerbato dalla masticazione e dalla pressione sul dente.

L’ascesso parodontale origina dalle tasche gengivali profonde in pazienti con malattia parodontale avanzata. Si manifesta con gonfiore gengivale, dolore, mobilità dentaria e possibile drenaggio di pus dal solco gengivale. Il dente appare allungato e dolorante alla percussione.

L’ascesso pericoronale si verifica frequentemente in corrispondenza di denti del giudizio parzialmente erotti. Il lembo gengivale che ricopre parzialmente il dente crea una tasca dove si accumulano batteri e detriti alimentari, causando infezione e formazione di ascesso.

Le complicanze degli ascessi dentali possono essere gravi: l’infezione può diffondersi agli spazi fasciali del collo, causando angina di Ludwig, una cellulite potenzialmente letale, o estendersi al mediastino. La trombosi del seno cavernoso, seppur rara, rappresenta una complicanza gravissima.

Ascessi addominali

Gli ascessi addominali si formano nella cavità peritoneale o negli organi addominali e rappresentano condizioni potenzialmente gravi che richiedono diagnosi e trattamento rapidi. Possono originare da diverse patologie sottostanti.

L’ascesso epatico può essere di natura batterica o amebica. Gli ascessi epatici piogenici originano spesso da infezioni delle vie biliari, appendicite complicata o altre infezioni addominali che si diffondono al fegato attraverso la vena porta. Si manifestano con febbre alta, dolore al quadrante superiore destro dell’addome, nausea e ittero.

L’ascesso splenico è meno comune ma può verificarsi in pazienti immunocompromessi, tossicodipendenti o dopo traumi. Il dolore si localizza nel quadrante superiore sinistro e può irradiarsi alla spalla sinistra.

Gli ascessi peritoneali conseguono frequentemente a perforazioni di organi cavi (appendice, diverticoli, ulcere peptiche) o a complicanze post-operatorie. Si manifestano con dolore addominale, febbre, nausea e segni di irritazione peritoneale. La localizzazione più comune è lo spazio subfrenico e la pelvi.

L’ascesso appendicolare si forma quando un’appendicite acuta non trattata evolve con la formazione di una massa circoscritta dall’omento e dalle anse intestinali. Rappresenta una forma di contenimento naturale della perforazione appendicolare.

Gli ascessi pancreatici si sviluppano come complicanza della pancreatite acuta necrotizzante, tipicamente 3-4 settimane dopo l’episodio iniziale. Causano febbre persistente, dolore addominale e segni di sepsi.

Ascessi perianali e rettali

Gli ascessi anorettali si sviluppano nei tessuti circostanti il canale anale e il retto, causando dolore intenso e potenzialmente evolvendo in fistole. Originano tipicamente da infezioni delle ghiandole anali situate a livello della linea dentata.

L’ascesso perianale è la forma più comune e superficiale, localizzato immediatamente adiacente all’orifizio anale. Si presenta come una tumefazione dolente, arrossata e fluttuante che causa dolore intenso, esacerbato dalla defecazione e dalla posizione seduta.

L’ascesso ischioanale si sviluppa nello spazio ischioanale lateralmente al retto. È più profondo e può raggiungere dimensioni considerevoli prima di manifestarsi clinicamente. Il dolore è intenso, spesso con febbre e malessere generale.

L’ascesso sopralevatore si forma sopra il muscolo elevatore dell’ano e può estendersi verso il peritoneo. Rappresenta la forma più grave, con rischio di sepsi e necessità di drenaggio chirurgico urgente.

Gli ascessi anorettali sono più frequenti in pazienti con malattia di Crohn, diabete, o immunosoppressione. La complicanza principale è l’evoluzione in fistola anorettale, un tragitto patologico che collega la mucosa rettale con la cute perianale, richiedendo trattamento chirurgico specifico.

Ascessi polmonari

L’ascesso polmonare è una cavità necrotica contenente pus all’interno del parenchima polmonare. Si sviluppa tipicamente come complicanza di polmoniti batteriche, aspirazione di materiale infetto o ostruzione bronchiale.

I pazienti a rischio includono alcolisti, tossicodipendenti, persone con compromissione dello stato di coscienza, disfagia, o malattie neurologiche che predispongono all’aspirazione. Anche malattie che causano ostruzione bronchiale come tumori o corpi estranei favoriscono la formazione di ascessi.

I sintomi includono febbre alta persistente, tosse produttiva con espettorato purulento e maleodorante (particolarmente se sono coinvolti batteri anaerobi), dolore toracico, dispnea e emottisi. Il decorso è tipicamente subacuto, con sintomi che si sviluppano nell’arco di settimane.

La diagnosi si basa sulla radiografia del torace, che mostra una cavità con livello idroaereo, e sulla TC torace che fornisce dettagli sulla localizzazione e l’estensione. L’esame colturale dell’espettorato o di materiale aspirato permette di identificare il patogeno.

Il trattamento richiede antibiotici prolungati per 6-8 settimane, inizialmente per via endovenosa. Il drenaggio percutaneo o chirurgico può essere necessario in ascessi di grandi dimensioni o resistenti alla terapia medica.

Sintomi generali degli ascessi

I sintomi degli ascessi variano in base alla localizzazione ma condividono alcune caratteristiche comuni. Il dolore localizzato rappresenta il sintomo più costante, tipicamente pulsante o gravativo, che peggiora con la pressione o il movimento della zona interessata.

Il gonfiore è evidente negli ascessi superficiali, con formazione di una tumefazione che aumenta progressivamente di volume. La fluttuazione alla palpazione indica la presenza di liquido e rappresenta un segno diagnostico importante.

L’arrossamento cutaneo e il calore locale riflettono l’infiammazione sottostante. Negli ascessi più profondi questi segni possono essere assenti o meno evidenti.

La febbre accompagna frequentemente gli ascessi, specialmente quelli di dimensioni maggiori o in sedi profonde. Può essere elevata e associata a brividi, indicando batteriemia o sepsi.

Il malessere generale, la perdita di appetito e l’astenia sono comuni quando l’infezione è significativa. In casi gravi possono svilupparsi segni di sepsi con tachicardia, ipotensione e alterazioni dello stato di coscienza.

Diagnosi degli ascessi

La diagnosi degli ascessi superficiali è generalmente clinica, basata sull’esame obiettivo che rivela i segni caratteristici. Per ascessi più profondi o in localizzazioni complesse sono necessari esami strumentali.

L’ecografia rappresenta spesso l’esame di prima scelta per ascessi dei tessuti molli, addominali o pelvici. Identifica la raccolta liquida, ne definisce le dimensioni e può guidare procedure di drenaggio percutaneo.

La TC è particolarmente utile per ascessi toracici, addominali profondi o in presenza di anatomia complessa. Fornisce dettagli precisi sulla localizzazione, l’estensione e i rapporti con strutture adiacenti.

La risonanza magnetica è indicata per ascessi del sistema nervoso centrale, della colonna vertebrale o quando sono necessari dettagli sui tessuti molli non ottenibili con TC.

Gli esami di laboratorio mostrano tipicamente leucocitosi con predominanza di neutrofili e aumento degli indici di flogosi (PCR, VES). Le emocolture sono importanti per identificare batteriemia associata.

L’aspirazione con ago sottile e l’analisi colturale del materiale purulento permettono di identificare il patogeno responsabile e il profilo di sensibilità agli antibiotici, guidando la terapia mirata.

Trattamento degli ascessi

Il trattamento degli ascessi richiede tipicamente una combinazione di drenaggio e terapia antibiotica. Il drenaggio rappresenta il cardine terapeutico: la rimozione del pus permette di eliminare i batteri, riduce la pressione locale alleviando il dolore, e facilita l’accesso degli antibiotici.

Per ascessi superficiali di piccole dimensioni può essere sufficiente l’incisione e drenaggio in ambulatorio, eseguito in anestesia locale. Si pratica un’incisione sulla zona di maggiore fluttuazione, si evacua il pus, si esplora la cavità per rompere eventuali setti, e si posiziona un drenaggio per permettere il deflusso continuo fino alla guarigione.

Ascessi più grandi o profondi possono richiedere drenaggio chirurgico in sala operatoria, specialmente se localizzati in sedi critiche o se accompagnati da complicanze. Il drenaggio percutaneo guidato da ecografia o TC rappresenta un’alternativa meno invasiva per molti ascessi addominali.

La terapia antibiotica è sempre necessaria, inizialmente empirica per coprire i patogeni più probabili, poi mirata in base all’antibiogramma. Ascessi superficiali non complicati possono essere trattati con antibiotici orali, mentre forme più severe richiedono terapia endovenosa.

La durata del trattamento antibiotico varia da 7-10 giorni per ascessi cutanei semplici fino a 4-6 settimane per ascessi polmonari o endocavitari. Il monitoraggio clinico e laboratoristico guida la durata ottimale.

Durata Terapia Antibiotica per Tipo di Ascesso

⚠️ Nota importante: Questa tabella ha solo scopo informativo e non sostituisce il parere medico. La durata della terapia antibiotica deve essere sempre stabilita e monitorata dal medico in base alla risposta clinica individuale.

Tipo di ascesso Durata trattamento Via di somministrazione iniziale
Cutaneo semplice 7-10 giorni Orale
Cutaneo complicato 10-14 giorni EV → Orale
Dentale 7-10 giorni Orale (dopo drenaggio)
Addominale 2-3 settimane EV → Orale
Polmonare 6-8 settimane EV → Orale
Cerebrale 4-8 settimane EV prolungata

Nota: La durata del trattamento è individualizzata in base alla risposta clinica. Basato su linee guida infettivologiche IDSA/ESCMID.

Le medicazioni devono essere cambiate regolarmente per mantenere pulita la ferita e favorire la guarigione per seconda intenzione. L’uso di garze imbevute di soluzione salina o antisettici facilita il drenaggio e previene la chiusura prematura della cute.

Prevenzione degli ascessi

La prevenzione degli ascessi si basa principalmente su misure igieniche e sulla gestione dei fattori di rischio. L’igiene accurata delle mani e della cute riduce la carica batterica e previene l’inoculazione di patogeni attraverso piccole lesioni.

La cura appropriata delle ferite è fondamentale: pulizia immediata con acqua e sapone, disinfezione, e protezione con medicazioni sterili riducono il rischio di infezione. Ferite profonde o contaminate possono richiedere valutazione medica e profilassi antibiotica.

Il controllo ottimale del diabete riduce significativamente il rischio di infezioni e ascessi. Pazienti diabetici dovrebbero prestare particolare attenzione all’igiene cutanea e alla cura dei piedi.

L’igiene orale regolare con spazzolamento, uso del filo interdentale e controlli dentistici periodici previene gli ascessi dentali. Carie e malattie gengivali devono essere trattate tempestivamente.

Per persone con tendenza a sviluppare ascessi ricorrenti, può essere necessario identificare e trattare una colonizzazione nasale da Staphylococcus aureus mediante applicazioni di mupirocina nasale.