Skip to content

L’ernia del disco, quali esercizi prima dell’intervento

L’ernia del disco è una delle patologie più comuni della colonna vertebrale, capace di causare dolore intenso e limitazioni significative nella vita quotidiana. Si verifica quando il nucleo polposo del disco intervertebrale fuoriesce dalla sua sede naturale, comprimendo le radici nervose circostanti. Questa condizione colpisce prevalentemente il tratto lombare e cervicale della colonna, provocando sintomi che possono variare da un lieve fastidio a un dolore invalidante.

Prima di considerare l’intervento chirurgico, è fondamentale sapere che nella maggior parte dei casi l’ernia del disco può essere gestita con approcci conservativi, tra cui la fisioterapia e specifici esercizi terapeutici. Questi ultimi rappresentano un elemento cruciale nel percorso di cura, aiutando a ridurre il dolore, migliorare la mobilità e rafforzare la muscolatura di supporto.

In questo articolo scoprirai le cause e i sintomi dell’ernia del disco, come viene diagnosticata, quali sono le opzioni di trattamento disponibili e, soprattutto, quali esercizi possono essere utili prima di ricorrere alla chirurgia.

Cause dell’ernia del disco

L’ernia del disco può svilupparsi per diverse ragioni, spesso correlate tra loro. La causa principale è il naturale processo di invecchiamento: con il passare degli anni, i dischi intervertebrali perdono elasticità e contenuto di acqua, diventando più fragili e suscettibili a lesioni.

Tra i fattori di rischio più comuni troviamo:

  • Sollecitazioni meccaniche ripetute: sollevamento di pesi in modo scorretto, movimenti bruschi o torsioni della colonna
  • Posture scorrette prolungate: stare seduti o in piedi per lunghi periodi senza adeguato supporto lombare
  • Sovrappeso e obesità: il carico eccessivo sulla colonna vertebrale aumenta lo stress sui dischi
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica indebolisce la muscolatura di sostegno
  • Predisposizione genetica: alcune persone hanno una struttura discale più vulnerabile
  • Traumi diretti: incidenti, cadute o colpi alla schiena

Anche il fumo di sigaretta rappresenta un fattore di rischio, poiché riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti discali, accelerandone la degenerazione.

Fattore di rischio Descrizione
Sollecitazioni meccaniche ripetute Sollevamento di pesi in modo scorretto, movimenti bruschi o torsioni della colonna
Posture scorrette prolungate Stare seduti o in piedi per lunghi periodi senza adeguato supporto lombare
Sovrappeso e obesità Il carico eccessivo sulla colonna vertebrale aumenta lo stress sui dischi
Sedentarietà La mancanza di attività fisica indebolisce la muscolatura di sostegno
Predisposizione genetica Alcune persone hanno una struttura discale più vulnerabile
Traumi diretti Incidenti, cadute o colpi alla schiena

Quali sono i sintomi dell’ernia del disco?

I sintomi dell’ernia del disco variano in base alla localizzazione e all’entità della compressione nervosa. Il segno più caratteristico è il dolore, che può manifestarsi in diverse forme e intensità.

Nell’ernia lombare, il sintomo principale è la lombosciatalgia: un dolore che origina dalla zona lombare e si irradia lungo il gluteo, la coscia e talvolta fino al piede, seguendo il decorso del nervo sciatico. Questo dolore può essere accompagnato da:

  • Formicolio o intorpidimento agli arti inferiori
  • Sensazione di debolezza muscolare nella gamba
  • Difficoltà a camminare o a mantenere determinate posizioni
  • Peggioramento del dolore con tosse, starnuti o sforzi

Nell’ernia cervicale, invece, il dolore si localizza al collo e può irradiarsi verso le spalle, le braccia e le mani, causando:

  • Rigidità del collo
  • Formicolio alle dita
  • Mal di testa, soprattutto nella zona occipitale
  • Debolezza nella presa degli oggetti

Dove fa male quando si ha l’ernia?

La localizzazione del dolore dipende strettamente dal livello vertebrale interessato dall’ernia. Non è il disco stesso a far male, ma la compressione delle radici nervose che da esso vengono irritate.

  • Nell’ernia lombare, il dolore si concentra nella parte bassa della schiena e può irradiarsi lungo la gamba, seguendo specifici percorsi a seconda della radice nervosa coinvolta. L’ernia L5-S1 (tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale) è la più frequente e causa dolore che scende posteriormente lungo la gamba fino al tallone.
  • Nell’ernia cervicale, il dolore parte dal collo e può estendersi alla spalla, al braccio e alla mano, con distribuzione variabile in base al livello interessato.

In alcuni casi, quando l’ernia è particolarmente voluminosa, può verificarsi la sindrome della cauda equina, una condizione di emergenza caratterizzata da perdita del controllo degli sfinteri, intorpidimento della zona perineale e debolezza importante agli arti inferiori, che richiede intervento chirurgico immediato.

Diagnosi dell’ernia del disco

La diagnosi di ernia del disco inizia con un’accurata valutazione clinica da parte del medico specialista, che raccoglie la storia del paziente e esegue un esame obiettivo neurologico. Durante la visita vengono valutati i riflessi, la forza muscolare, la sensibilità e l’esecuzione di specifici test, come il test di Lasègue per l’ernia lombare.

Per confermare la diagnosi e valutare l’entità dell’ernia, sono necessari esami strumentali:

  • Risonanza magnetica (RM): è l’esame gold standard, in quanto fornisce immagini dettagliate dei tessuti molli, permettendo di visualizzare con precisione il disco, il midollo spinale e le radici nervose. La risonanza magnetica cervicale è particolarmente utile per le ernie del tratto cervicale
  • TAC: può essere utilizzata quando la RM è controindicata, anche se offre meno dettagli sui tessuti molli
  • Radiografia: utile per escludere altre patologie ossee, ma non visualizza i dischi intervertebrali
  • Elettromiografia: in casi selezionati, per valutare il grado di sofferenza nervosa
Esame Caratteristiche
Risonanza magnetica (RM) Esame gold standard, fornisce immagini dettagliate dei tessuti molli, permette di visualizzare con precisione il disco, il midollo spinale e le radici nervose
TAC Può essere utilizzata quando la RM è controindicata, anche se offre meno dettagli sui tessuti molli
Radiografia Utile per escludere altre patologie ossee, ma non visualizza i dischi intervertebrali
Elettromiografia In casi selezionati, per valutare il grado di sofferenza nervosa

Come si guarisce l’ernia al disco?

La buona notizia è che la maggior parte delle ernie del disco guarisce spontaneamente o con trattamento conservativo nell’arco di 6-12 settimane. L’organismo ha infatti la capacità di riassorbire parzialmente il materiale erniato e di ridurre l’infiammazione.

Trattamento conservativo

Il primo approccio terapeutico prevede:

  • Riposo relativo: evitare le attività che scatenano il dolore, ma senza immobilizzazione prolungata
  • Farmaci: antinfiammatori non steroidei (FANS), analgesici, miorilassanti e, nei casi più severi, cortisonici
  • Fisioterapia: fondamentale per il recupero funzionale
  • Terapie fisiche: come la tecarterapia, la laserterapia o le onde d’urto
  • Infiltrazioni: nei casi resistenti, possono essere proposte infiltrazioni epidurali di cortisonici

Esercizi terapeutici prima dell’intervento

Gli esercizi rappresentano un pilastro del trattamento conservativo e dovrebbero essere sempre eseguiti sotto la guida di un fisioterapista, almeno nelle fasi iniziali. L’obiettivo è ridurre la pressione sul disco, migliorare la mobilità e rafforzare la muscolatura stabilizzatrice.

Esercizi di decompressione spinale: movimenti dolci che creano spazio tra le vertebre, come le trazioni passive o gli esercizi in scarico gravitazionale.

Esercizi di flessione lombare: utili per le ernie posteriori, includono il portare le ginocchia al petto in posizione supina, favorendo l’apertura degli spazi intervertebrali posteriori.

Esercizi di estensione: indicati per alcune tipologie di ernie, come il metodo McKenzie.