Frattura: cause, sintomi e classificazione
Una frattura è un’interruzione della continuità di un osso causata da un trauma, una sollecitazione eccessiva o da condizioni che indeboliscono la struttura ossea.
Le fratture rappresentano una delle lesioni più comuni in ambito ortopedico e possono variare notevolmente per gravità, localizzazione e tipologia, richiedendo approcci terapeutici differenziati in base alle caratteristiche specifiche.
Cos’è una frattura
Per frattura si intende una soluzione di continuità dell’osso che può essere completa o incompleta. Quando l’osso si rompe completamente in due o più frammenti si parla di frattura completa, mentre quando la rottura interessa solo parzialmente la struttura ossea si definisce frattura incompleta o infrazione.
Le fratture possono interessare qualsiasi osso del corpo umano, dalle ossa lunghe degli arti come femore, tibia, omero e radio, alle ossa brevi come quelle del polso o della caviglia, fino alle ossa piatte come costole, scapola o bacino. La gravità della lesione dipende da molteplici fattori, tra cui il tipo di trauma, le caratteristiche dell’osso coinvolto e le condizioni generali del paziente.
È importante distinguere la frattura dalla contusione ossea o dalla distorsione articolare, che pur causando dolore e limitazione funzionale non comportano una vera interruzione della continuità ossea. Solo un esame radiografico può confermare con certezza la presenza di una frattura e definirne le caratteristiche.
Differenza tra frattura e rottura
Molti si chiedono che differenza c’è tra una rottura e una frattura. In realtà, i due termini sono sostanzialmente sinonimi nel linguaggio medico e indicano entrambi l’interruzione della continuità di un osso. Il termine frattura è quello più corretto e utilizzato in ambito clinico e specialistico, mentre rottura è un’espressione più colloquiale che viene comunemente usata nel linguaggio quotidiano.
Entrambi i termini descrivono quindi la stessa condizione patologica, e non esistono differenze sostanziali nel significato. Quando un osso si rompe, si frattura, ed è necessario un intervento medico per valutare la gravità della lesione e stabilire il trattamento più appropriato.
Cause principali delle fratture
Le fratture possono verificarsi per diverse ragioni e in contesti molto vari. La causa più comune è rappresentata dai traumi diretti, come cadute, incidenti stradali, urti durante attività sportive o infortuni sul lavoro. L’intensità del trauma necessaria per causare una frattura dipende dalla resistenza dell’osso e dalla forza dell’impatto.
Esistono anche fratture da stress, dette anche fratture da fatica, che si sviluppano gradualmente a causa di sollecitazioni ripetute e prolungate nel tempo. Questo tipo di lesione è frequente negli atleti, nei corridori e in chi pratica attività fisiche intense che comportano carichi ripetitivi sullo stesso distretto osseo. Le fratture da stress si manifestano inizialmente con dolore che aumenta progressivamente durante l’attività.
Le fratture patologiche si verificano invece su ossa indebolite da malattie preesistenti. Condizioni come l’osteoporosi, i tumori ossei, le infezioni o le malattie metaboliche che alterano la struttura ossea possono rendere le ossa fragili e suscettibili a fratturarsi anche con traumi minimi o movimenti ordinari. In questi casi, l’osso si rompe perché la sua resistenza è compromessa dalla patologia di base.
Alcune fratture possono essere conseguenza di violenza o maltrattamenti, aspetto particolarmente rilevante in ambito pediatrico e geriatrico, dove la fragilità fisica si associa spesso a situazioni di vulnerabilità sociale.
Sintomi di una frattura
I sintomi di una frattura possono variare in base alla localizzazione, al tipo di frattura e alla gravità della lesione, ma esistono alcuni segni caratteristici che permettono di sospettare questa condizione.
Il dolore intenso è il sintomo più comune e si manifesta immediatamente dopo il trauma. Il dolore aumenta tipicamente con il movimento e con la pressione sulla zona interessata. In caso di frattura, il dolore è solitamente acuto, localizzato e persistente, diversamente da una semplice contusione che tende a migliorare più rapidamente.
Altri sintomi caratteristici includono:
- gonfiore e tumefazione della zona colpita, che si sviluppa rapidamente dopo il trauma.
- deformità visibile o alterazione della forma anatomica normale dell’arto o della zona interessata.
- incapacità di muovere l’arto o limitazione marcata della mobilità.
- presenza di lividi o ecchimosi estese nell’area della lesione.
- sensazione di scricchiolio o crepitio quando si tocca o si muove la parte fratturata.
- impossibilità di caricare il peso sull’arto colpito, particolarmente evidente nelle fratture degli arti inferiori.
Nelle fratture esposte, dove l’osso perfora la cute, è visibile la lesione cutanea con eventuale fuoriuscita di frammenti ossei. Questa condizione rappresenta un’emergenza medica che richiede intervento immediato per il rischio di infezione.
Classificazione delle fratture
Le fratture vengono classificate secondo diversi criteri che permettono di descrivere con precisione le caratteristiche della lesione e guidare il trattamento. La classificazione principale si basa su vari parametri come la sede, l’estensione, il decorso della rima di frattura e il rapporto con i tessuti circostanti.
Fratture chiuse e aperte
Una frattura chiusa o semplice è quella in cui l’osso si rompe ma la cute rimane integra, senza comunicazione tra la sede della frattura e l’ambiente esterno. La maggior parte delle fratture appartiene a questa categoria e presenta un rischio infettivo minimo.
Una frattura esposta o complicata si verifica quando l’osso fratturato perfora la cute, creando una ferita che mette in comunicazione il focolaio di frattura con l’esterno. Questo tipo di lesione comporta un rischio elevato di infezione e richiede un trattamento urgente che include la pulizia chirurgica della ferita, la somministrazione di antibiotici e la stabilizzazione della frattura.
Fratture complete e incomplete
Le fratture complete sono quelle in cui l’osso è interrotto completamente nel suo spessore, dividendosi in due o più frammenti. Possono essere composte, quando i frammenti mantengono un corretto allineamento, o scomposte, quando i monconi ossei si dislocano perdendo i normali rapporti anatomici.
Le fratture incomplete interessano solo parzialmente lo spessore dell’osso senza dividerlo completamente. Rientrano in questa categoria le infrazioni e le fratture a legno verde, tipiche dei bambini, dove l’osso si piega e si rompe solo su un lato mantenendo integra la corticale opposta grazie alla maggiore elasticità dello scheletro in età pediatrica.
Fratture secondo il decorso della rima
Il decorso della linea di frattura permette un’ulteriore classificazione. Le fratture trasverse presentano una rima perpendicolare all’asse maggiore dell’osso, mentre le fratture oblique hanno una rima inclinata. Le fratture spirali mostrano un decorso avvolgente intorno all’osso e sono tipiche dei traumi torsionali.
Le fratture comminute sono caratterizzate dalla presenza di multipli frammenti ossei, generalmente più di due, e risultano da traumi ad alta energia. Questo tipo di frattura è più complesso da trattare e richiede spesso interventi chirurgici sofisticati per ripristinare l’anatomia ossea.
Fratture articolari
Quando la linea di frattura coinvolge la superficie articolare si parla di frattura articolare. Queste lesioni sono particolarmente delicate perché possono compromettere la funzionalità dell’articolazione e favorire lo sviluppo di artrosi post-traumatica se non trattate adeguatamente. Richiedono una riduzione anatomica precisa per ripristinare la congruenza articolare.
Quanto tempo ci vuole per guarire una frattura
Il tempo di guarigione di una frattura è variabile e dipende da numerosi fattori. Le ossa hanno una capacità intrinseca di rigenerarsi attraverso un processo chiamato consolidamento osseo, che avviene in diverse fasi successive.
In linea generale, le fratture degli arti superiori guariscono più rapidamente rispetto a quelle degli arti inferiori, che devono sostenere il carico del corpo. Una frattura del polso può consolidare in 4-6 settimane, mentre una frattura del femore può richiedere 3-4 mesi o più.
L’età del paziente influenza significativamente i tempi di guarigione. Nei bambini la riparazione ossea è molto più rapida grazie all’intensa attività metabolica dello scheletro in crescita, mentre negli anziani, soprattutto in presenza di osteoporosi, i tempi si allungano considerevolmente.
Altri fattori che condizionano la guarigione includono il tipo di frattura, la stabilità del focolaio di frattura, la vascolarizzazione della zona interessata, lo stato nutrizionale del paziente e la presenza di patologie concomitanti come diabete o malattie vascolari. Anche il fumo di sigaretta rallenta significativamente i processi di riparazione ossea.
Differenza tra frattura e lesione
Spesso ci si chiede qual è la differenza tra una lesione e una frattura. Il termine lesione è molto generico e indica qualsiasi tipo di danno o alterazione a carico di un tessuto o di un organo. Una frattura è quindi un tipo specifico di lesione che interessa esclusivamente il tessuto osseo.
Le lesioni possono interessare diversi tessuti: muscoli, tendini, legamenti, cartilagini, nervi, vasi sanguigni o organi interni. Una distorsione della caviglia, ad esempio, è una lesione dei legamenti articolari ma non comporta frattura ossea. Una contusione muscolare è una lesione dei tessuti molli senza coinvolgimento osseo.
La frattura rappresenta dunque una lesione specifica dell’osso e richiede un approccio diagnostico e terapeutico mirato, differente da quello delle lesioni dei tessuti molli. La diagnosi definitiva di frattura richiede sempre un esame radiografico, mentre altre lesioni possono essere valutate anche con ecografia o risonanza magnetica.