Risonanza magnetica cervicale: quando è necessaria e cosa rileva
La risonanza magnetica cervicale è un esame diagnostico avanzato che permette di studiare in modo dettagliato le strutture del collo, tra cui vertebre, dischi intervertebrali, midollo spinale, radici nervose, muscoli e vasi sanguigni. Questo tipo di indagine è fondamentale per identificare patologie che non possono essere visualizzate con esami radiografici standard.
Cos’è la risonanza magnetica cervicale
La risonanza magnetica cervicale è una tecnica di imaging che utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini tridimensionali altamente dettagliate della regione del collo. A differenza della radiografia o della TAC, non impiega radiazioni ionizzanti, risultando quindi un esame sicuro e ripetibile nel tempo.
Questa metodica è particolarmente efficace nello studio dei tessuti molli, come dischi intervertebrali, legamenti, midollo spinale e radici nervose, che risultano difficilmente valutabili con altre tecniche diagnostiche. Le immagini ottenute possono essere visualizzate su diversi piani spaziali, permettendo al medico di analizzare la zona da angolazioni multiple.
Durante l’esame, il paziente viene posizionato all’interno di un apparecchio a forma di tunnel che genera il campo magnetico necessario. La durata dell’indagine varia generalmente tra i 20 e i 40 minuti, durante i quali è fondamentale rimanere immobili per garantire la qualità delle immagini.
Quando è indicata la risonanza magnetica cervicale
Il medico prescrive una risonanza magnetica cervicale quando sussiste il sospetto di patologie che coinvolgono le strutture del rachide cervicale e che richiedono una valutazione approfondita. Le principali indicazioni cliniche includono:
- dolore al collo persistente che non risponde ai trattamenti conservativi.
- cervicalgia con irradiazione agli arti superiori, formicolio o debolezza muscolare.
- sospetta ernia discale cervicale con compressione delle radici nervose.
- traumi cervicali per valutare lesioni dei tessuti molli e del midollo spinale.
- valutazione preoperatoria in caso di interventi chirurgici al rachide cervicale.
- malattie degenerative come artrosi cervicale, stenosi del canale vertebrale o mielopatia.
- sospette neoplasie o metastasi vertebrali.
- patologie infiammatorie come spondilite o discite.
La risonanza magnetica cervicale rappresenta l’esame gold standard per diagnosticare le ernie discali e le protrusioni, in quanto permette di visualizzare con precisione il rapporto tra il disco intervertebrale e le strutture nervose circostanti.
Patologie rilevabili con la risonanza magnetica cervicale
Questo esame diagnostico è in grado di identificare numerose condizioni patologiche che interessano il tratto cervicale della colonna vertebrale.
Ernia del disco cervicale
L’ernia discale cervicale si verifica quando il nucleo polposo del disco intervertebrale fuoriesce dalla sua sede naturale, comprimendo le radici nervose o il midollo spinale. La risonanza magnetica cervicale permette di localizzare con precisione la sede dell’ernia, valutarne le dimensioni e stabilire il grado di compressione neurale, elementi fondamentali per pianificare il trattamento più appropriato.
Stenosi del canale vertebrale
La stenosi cervicale è un restringimento del canale spinale che può causare compressione del midollo spinale. Questa condizione, spesso legata a processi degenerativi legati all’età, può provocare sintomi neurologici progressivi. La risonanza magnetica cervicale è essenziale per valutare il grado di stenosi e l’eventuale sofferenza midollare.
Artrosi cervicale
L’artrosi delle vertebre cervicali comporta alterazioni degenerative che possono interessare le articolazioni, i dischi e le strutture ossee. La risonanza magnetica cervicale evidenzia i cambiamenti strutturali associati all’artrosi, come osteofiti, riduzione dello spazio discale e ispessimento dei legamenti, permettendo di correlare i reperti radiologici con la sintomatologia clinica.
Lesioni traumatiche
In seguito a traumi come colpi di frusta o cadute, la risonanza magnetica cervicale è fondamentale per escludere lesioni gravi dei tessuti molli, come rotture legamentose, contusioni midollari o ematomi. Queste lesioni potrebbero non essere visibili con una radiografia standard ma richiedono un trattamento tempestivo.
Patologie tumorali e infiammatorie
La risonanza magnetica cervicale è l’esame di scelta per identificare masse tumorali benigne o maligne, metastasi vertebrali, infezioni del disco o delle vertebre e patologie infiammatorie autoimmuni che coinvolgono il rachide cervicale.
Come prepararsi all’esame
La preparazione alla risonanza magnetica cervicale è generalmente semplice e non richiede il digiuno. È importante però informare il personale sanitario di alcune condizioni specifiche che potrebbero controindicare o limitare l’esecuzione dell’esame.
Prima di sottoporsi alla risonanza magnetica cervicale, il paziente deve comunicare la presenza di:
- dispositivi metallici impiantati come pacemaker, defibrillatori o neurostimolatori.
- protesi metalliche, clip vascolari o frammenti metallici nel corpo.
- pompe per insulina o altri dispositivi medici elettronici.
- claustrofobia severa che potrebbe rendere difficoltoso il completamento dell’esame.
- tatuaggi molto estesi o trucco permanente contenente particelle metalliche.
- primo trimestre di gravidanza, periodo in cui l’esame va eseguito solo se strettamente necessario.
È fondamentale rimuovere tutti gli oggetti metallici come gioielli, orologi, forcine, piercing e indumenti con componenti metalliche prima di entrare nella sala esami. Molti centri diagnostici forniscono un questionario di sicurezza da compilare per escludere eventuali controindicazioni.
📋 Checklist Preparazione alla Risonanza Magnetica
Verifica questi elementi prima dell’esame
Da comunicare al personale sanitario
IMPORTANTE: Informa il personale se hai una di queste condizioni prima dell’esame
- Pacemaker o defibrillatore cardiaco – dispositivi incompatibili con il campo magnetico
- Protesi metalliche – protesi articolari, viti, placche, chiodi ortopedici
- Clip vascolari o stent – dispositivi metallici nei vasi sanguigni
- Impianti metallici – schegge metalliche, protesi dentarie fisse
- Gravidanza (o sospetta) – specialmente nel primo trimestre
- Claustrofobia o ansia in spazi chiusi – può essere necessaria sedazione
- Allergie al gadolinio (mezzo di contrasto) o problemi renali
- Tatuaggi – alcuni pigmenti contengono particelle metalliche
Da rimuovere prima dell’esame
Tutti gli oggetti metallici devono essere rimossi – verranno forniti armadietti per custodirli
- Gioielli e orologi – anelli, collane, braccialetti, orecchini
- Piercing – in qualsiasi parte del corpo
- Forcine e fermagli per capelli – anche quelli piccoli
- Cinture con fibbie metalliche
- Occhiali – da vista o da sole con montatura metallica
- Apparecchi acustici
- Protesi dentarie rimovibili
- Carte di credito e dispositivi elettronici – possono essere danneggiati dal campo magnetico
- Trucco e cosmetici – alcuni contengono particelle metalliche
Il giorno dell’esame indossa abiti comodi senza parti metalliche (bottoni, cerniere). Ti verrà fornito un camice monouso. Arriva con almeno 15 minuti di anticipo per completare la preparazione.
Come si svolge la risonanza magnetica cervicale
Durante la risonanza magnetica cervicale, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino mobile che scorre all’interno del tunnel dell’apparecchiatura. Una bobina specifica viene posizionata intorno al collo per ottimizzare la qualità delle immagini della regione cervicale.
L’esame è completamente indolore, ma durante l’acquisizione delle immagini l’apparecchio emette rumori ritmici e ripetitivi, talvolta piuttosto intensi. Per questo motivo vengono generalmente forniti tappi auricolari o cuffie per ridurre il disagio acustico.
È essenziale rimanere perfettamente immobili durante tutta la durata dell’esame, poiché anche piccoli movimenti possono compromettere la qualità delle immagini e rendere necessaria la ripetizione di alcune sequenze. Il personale tecnico rimane in contatto costante con il paziente attraverso un interfono e può fornire istruzioni o rassicurazioni durante l’esame.
In alcuni casi può essere necessario somministrare un mezzo di contrasto per via endovenosa per migliorare la visualizzazione di determinate strutture o patologie. Il mezzo di contrasto utilizzato nella risonanza magnetica è a base di gadolinio ed è generalmente ben tollerato, con un rischio molto basso di reazioni allergiche.
Risonanza magnetica cervicale con o senza contrasto
La risonanza magnetica cervicale può essere eseguita con o senza mezzo di contrasto a seconda delle indicazioni cliniche. L’esame senza contrasto è sufficiente nella maggior parte dei casi per valutare ernie discali, stenosi, artrosi e alterazioni degenerative.
Il contrasto viene utilizzato quando è necessario caratterizzare meglio lesioni sospette, come masse tumorali, processi infiammatori, infezioni o per valutare l’esito di interventi chirurgici pregressi. La somministrazione del mezzo di contrasto permette di distinguere tessuti normali da tessuti patologici grazie alla differente capacità di captazione.
Prima della somministrazione del contrasto, il paziente viene sottoposto a un breve colloquio per verificare l’assenza di allergie note al gadolinio e per valutare la funzionalità renale, poiché una grave insufficienza renale rappresenta una controindicazione relativa all’uso del mezzo di contrasto.
Differenze tra risonanza magnetica e TAC cervicale
Sia la risonanza magnetica cervicale che la TAC sono esami utili per studiare il rachide cervicale, ma presentano caratteristiche e indicazioni diverse. La TAC utilizza raggi X ed è più rapida, risultando particolarmente efficace nella valutazione delle strutture ossee e nella diagnosi di fratture acute.
La risonanza magnetica cervicale, invece, non impiega radiazioni ed è superiore nello studio dei tessuti molli come dischi, midollo spinale, radici nervose e legamenti. Per questo motivo rappresenta l’esame di prima scelta nella maggior parte delle patologie cervicali non traumatiche.
La scelta tra i due esami dipende dal quesito clinico e dalle caratteristiche del paziente. In caso di trauma acuto, la TAC può fornire informazioni immediate sulle fratture, mentre per lo studio di ernie discali, patologie degenerative o compressioni nervose la risonanza magnetica cervicale offre una visualizzazione molto più dettagliata e accurata.