La scoliosi: come prevenirla e gestirla
La scoliosi è una deformazione della colonna vertebrale che si manifesta con una curvatura laterale anomala, spesso accompagnata da una rotazione delle vertebre. Si tratta di una condizione che può insorgere durante l’infanzia o l’adolescenza, ma anche in età adulta, e che richiede un’attenzione particolare per evitare complicanze a lungo termine. Comprendere le cause, i segnali da osservare e le opzioni terapeutiche disponibili permette di affrontare questa patologia nel modo più efficace possibile.
Che cos’è la scoliosi
La scoliosi rappresenta una deviazione permanente della colonna vertebrale sul piano frontale, che assume una forma a “S” o a “C” invece di mantenersi dritta. Questa curvatura laterale supera i 10 gradi secondo la classificazione medica e può interessare diversi tratti della colonna: cervicale, dorsale o lombare. A differenza di una postura scorretta, che può essere corretta volontariamente, la scoliosi è una vera e propria alterazione strutturale dello scheletro.
Quando si osserva una persona con scoliosi da dietro, si possono notare alcune asimmetrie caratteristiche: una spalla più alta dell’altra, una scapola più sporgente, il bacino inclinato da un lato o la gabbia toracica che appare più prominente su un versante. Nei casi più lievi, queste differenze possono essere quasi impercettibili, mentre nelle forme più gravi diventano evidenti anche a occhio non esperto.
La colonna vertebrale non solo si piega lateralmente, ma spesso le vertebre ruotano su se stesse, creando quella che viene definita una deformità tridimensionale. Questa rotazione spiega perché molte persone con scoliosi presentano anche una sporgenza costale, particolarmente visibile quando si piegano in avanti.
Le cause e i tipi di scoliosi

Le cause della scoliosi variano in base al tipo di curvatura e all’età di insorgenza. Nella maggior parte dei casi, circa l’80%, si parla di scoliosi idiopatica, termine che indica semplicemente che la causa esatta rimane sconosciuta. Questa forma si manifesta tipicamente durante la crescita e viene suddivisa in tre categorie: infantile, quando compare prima dei 3 anni, giovanile tra i 3 e i 10 anni, e adolescenziale tra i 10 anni e la maturità scheletrica.
Scoliosi congenita e neuromuscolare
La scoliosi congenita è presente fin dalla nascita ed è causata da malformazioni vertebrali che si sviluppano durante la vita fetale. Le vertebre possono formarsi in modo incompleto, fondersi tra loro in modo anomalo o presentare altri difetti strutturali. Questo tipo di scoliosi può progredire rapidamente durante la crescita e richiede un monitoraggio attento.
La scoliosi neuromuscolare, invece, si sviluppa come conseguenza di condizioni che colpiscono i muscoli o il sistema nervoso, come la paralisi cerebrale, la distrofia muscolare o la spina bifida. In questi casi, la debolezza muscolare impedisce un adeguato supporto della colonna vertebrale, che tende progressivamente a curvarsi.
Scoliosi degenerativa dell’adulto
Negli adulti può svilupparsi una scoliosi degenerativa, legata all’usura dei dischi intervertebrali e delle articolazioni della colonna. L’artrosi, l’osteoporosi e la degenerazione discale possono provocare un’asimmetria nella struttura vertebrale, portando allo sviluppo di una curvatura laterale. Questa forma colpisce prevalentemente dopo i 50 anni ed è spesso accompagnata da dolore e riduzione della mobilità.
I sintomi di una scoliosi
I sintomi della scoliosi dipendono dall’entità della curvatura e dalla rapidità con cui progredisce. Nelle forme lievi, molte persone non avvertono alcun disturbo e la deformità viene scoperta casualmente durante una visita medica o un controllo scolastico. Le curvature più marcate, invece, possono causare diversi problemi.
Il dolore alla schiena non è sempre presente nella scoliosi giovanile, ma diventa più frequente nelle forme dell’adulto. Può manifestarsi come un fastidio sordo e persistente nella zona lombare o dorsale, che peggiora dopo essere stati a lungo in piedi o seduti. Alcuni pazienti riferiscono anche una sensazione di stanchezza muscolare, dovuta allo sforzo costante richiesto per mantenere l’equilibrio con una colonna asimmetrica.
L’aspetto estetico rappresenta spesso la prima preoccupazione, specialmente negli adolescenti. L’asimmetria delle spalle, la prominenza di una scapola, il bacino sbilanciato o il gibbo costale possono creare disagio e influire sull’autostima. Quando la curvatura è significativa, possono insorgere anche difficoltà respiratorie, poiché la deformità della gabbia toracica riduce lo spazio disponibile per i polmoni, similmente a quanto può accadere con la dispnea in altre condizioni.
Nei casi più severi, la scoliosi può comprimere il midollo spinale o le radici nervose, causando formicolii, debolezza muscolare agli arti o alterazioni della sensibilità. Queste manifestazioni neurologiche richiedono un intervento tempestivo per evitare danni permanenti.
Come si diagnostica la scoliosi
La diagnosi di scoliosi inizia con un attento esame fisico. Il medico valuta la postura del paziente osservandolo da dietro, verifica la simmetria delle spalle, delle scapole e del bacino. Un test fondamentale è il test di Adams: il paziente si piega in avanti con le braccia penzoloni e il medico può così identificare eventuali asimmetrie del tronco o la presenza del gibbo costale.

Per confermare la diagnosi e valutare l’entità della curvatura, viene eseguita una radiografia della colonna vertebrale in posizione eretta. L’angolo di Cobb, misurato sulla radiografia, quantifica i gradi della curvatura e permette di classificare la gravità della scoliosi: lieve sotto i 20 gradi, moderata tra 20 e 40 gradi, grave oltre i 40 gradi.
In alcuni casi possono essere necessari esami di approfondimento come la risonanza magnetica, soprattutto quando si sospettano anomalie del midollo spinale o delle vertebre, o quando la scoliosi si manifesta in età infantile con caratteristiche atipiche.
Il trattamento della scoliosi
L’approccio terapeutico alla scoliosi varia in base a numerosi fattori: l’età del paziente, il grado della curvatura, il tipo di scoliosi e il potenziale di progressione. Non tutte le scoliosi richiedono un trattamento attivo, ma un monitoraggio regolare è sempre raccomandato.
Osservazione e controlli periodici
Per le curvature lievi, inferiori ai 20 gradi in pazienti che hanno completato la crescita, o per curvature minime in bambini ancora in fase di sviluppo, si opta generalmente per l’osservazione. Questo significa eseguire controlli clinici e radiografici periodici per verificare che la curvatura non stia progredendo. La frequenza dei controlli dipende dall’età del paziente e dalla velocità di crescita.
Il corsetto ortopedico
Quando la scoliosi ha un’angolazione tra 20 e 40 gradi in un paziente ancora in crescita, il trattamento di elezione è il corsetto ortopedico. Questo dispositivo, realizzato su misura, esercita una pressione sulle vertebre per correggere la curvatura e impedirne la progressione durante lo sviluppo scheletrico. L’efficacia del corsetto dipende dalla costanza con cui viene indossato: generalmente è necessario tenerlo per 18-23 ore al giorno.
Esistono diversi tipi di corsetto, dal Milwaukee, che arriva fino al collo, al Boston, che si ferma sotto le ascelle. La scelta dipende dalla localizzazione della curvatura. Il periodo di utilizzo del corsetto prosegue fino al completamento della crescita ossea.
Fisioterapia ed esercizi specifici
La fisioterapia per la scoliosi rappresenta un complemento importante al trattamento, anche quando non viene prescritto il corsetto. Esercizi mirati, basati su metodi specifici come il metodo Schroth, aiutano a rafforzare la muscolatura paravertebrale, migliorare la postura e la consapevolezza corporea. Questi programmi di esercizi non possono correggere completamente la curvatura, ma contribuiscono a rallentarne la progressione e a ridurre il dolore.
L’attività fisica regolare è raccomandata per tutti i pazienti con scoliosi. Sport come il nuoto, lo yoga e il pilates possono essere particolarmente benefici, poiché favoriscono l’elasticità della colonna e il rinforzo muscolare simmetrico.
L’intervento chirurgico
La chirurgia viene considerata per le scoliosi severe, con curvature superiori ai 45-50 gradi, che continuano a progredire nonostante i trattamenti conservativi o che causano problemi respiratori o neurologici. L’intervento più comune è l’artrodesi vertebrale, in cui le vertebre interessate vengono fuse insieme tramite innesti ossei e dispositivi metallici come viti e barre, che stabilizzano la colonna nella posizione corretta.
Sebbene la chirurgia comporti rischi e richieda un periodo di recupero prolungato, nei casi appropriati può prevenire complicanze gravi e migliorare significativamente la qualità di vita. La decisione di operare viene sempre presa dopo un’attenta valutazione del rapporto rischi-benefici.
La prevenzione della scoliosi
Poiché la maggior parte dei casi di scoliosi è idiopatica e non ha cause prevenibili, non esistono strategie certe per evitarne l’insorgenza. Tuttavia, alcuni accorgimenti possono essere utili per favorire uno sviluppo sano della colonna vertebrale durante la crescita.
Mantenere una postura corretta durante le attività quotidiane, evitare di portare zaini troppo pesanti su una sola spalla, praticare regolarmente attività fisica e seguire una dieta equilibrata che favorisca la salute delle ossa rappresentano buone abitudini. I controlli pediatrici di routine permettono di identificare precocemente eventuali anomalie della colonna, consentendo un intervento tempestivo quando necessario.
Per la scoliosi degenerativa dell’adulto, la prevenzione si basa sul mantenimento di una buona forma fisica, sul controllo del peso corporeo e sulla prevenzione dell’osteoporosi attraverso un adeguato apporto di calcio e vitamina D.